PIANO TERRA.
Sul soffitto dell’atrio troviamo l’Allegoria della fertilità della Terra.
SALONE CENTRALE.
Un grande affresco monocromatico dipinto nel ‘700 da De Alessandri raffigura una donna che, sostenuta da putti, porta una lunga ghirlanda di fiori. Nelle lunette laterali, invece, sono ritratti Andrea Palladio e Tiziano Vecellio.
SALONE SECONDARIO.
Qui De Alessandri rappresenta due Muse: una con un violino, l’altra con una piccola arpa. La rappresentazione dei giochi da tavolo è un probabile riferimento alla vita gaudente della famiglia Buri.
SALA DA PRANZO.
Gli affreschi più belli, dipinti dal pittore veronese Marco marcola (1740-1798), si trovano nella sala da pranzo.
La parete sud rappresenta dei nobili in un pomeriggio di metà autunno nei pressi del vallo Cangrande sulle Torricelle, le colline di Verona. Alcuni giocano al volano; altri guardano il paesaggio circostante. C’è chi si inchina davanti a una dama che sbadiglia e chi fa dispetti, osservato in modo compiaciuto da altri nobili.
Un altro affresco, invece, rappresenta la vendita dei purosangue. Al centro della scena vediamo il magistrato e il compratore che si accordano sul prezzo.
All’estrema destra è disegnata una targa in parte cancellata che dice “Spolverini Buri 1776”.
Nel terzo affresco è mostrato il gioco dei bambini in giardino. Un giovane aristocratico tira un carrettino con sopra una bambina, seguiti da un’altra bambina che corre. Sullo sfondo, la mdre e due gentiluomini assistono divertiti alla scena.
L’ultima opera della sala è un monocromatico che raffigura la perdita al gioco delle carte.
SCALONE.
Viene raffigurta l’apoteosi di un conte Buri firmata e datata.
PIANO NOBILE.
L’assenza di affreschi in questo piano testimonia il saccheggio avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale.